Roberto Beneduce
Insegna Antropologia culturale all’Università di Torino. Fondatore del Centro Frantz Fanon, volto alla ricerca sulla migrazione e alla cura di immigrati, rifugiati e vittime di tortura. Si è occupato dei linguaggi della sofferenza psichica, dei saperi locali della cura e ha esplorato gli effetti psichici e sociali della guerra e delle atrocità di massa in Africa e nei Balcani. Tra le sue monografie più recenti: Etnopsichiatria. Sofferenza mentale e alterità fra storia, dominio e cultura (Carocci 2019); Archeologie del trauma. Un’antropologia del sottosuolo (Laterza 2019).
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INCONTRO
con ROBERTO BENEDUCE, SIMONA TALIANI
modera BEATRICE BONATO
in collaborazione con Società Filosofica Italiana – Sezione Friuli Venezia Giulia
La migrazione, che il narratore senegalese Cheick Hamidou Kane definiva “ambigua”, è un’esperienza perturbante e ambivalente, in cui si mescolano il desiderio di rendersi autonomi dai paesi di origine, il dolore della separazione, la difficoltà di stabilire un rapporto con la nuova realtà. Questo disagio psichico spesso viene interpretato con categorie psichiatriche e psicoanalitiche rigide, astoriche ed etnocentriche. La storia dell’etnopsichiatria, disciplina nata nell’epoca delle imprese coloniali, ha affrontato a lungo la sofferenza, dei colonizzati prima, dei migranti poi, senza indagarne la radici e negandone la peculiarità. Oggi, tuttavia, essa vive una metamorfosi, già in atto nell’impostazione teorica e nella pratica clinica di alcuni antropologi ed etnopsichiatri come Beneduce e Taliani. Sulla scorta di Frantz Fanon e di Ernesto de Martino, il loro lavoro porta alla luce la complessa stratificazione dei conflitti alla base di certi sintomi e ne riattiva il significato politico, che convoca la storia e i traumi collettivi nella diagnosi e nella cura dei disturbi individuali.
ROBERTO BENEDUCE Insegna Antropologia culturale all’Università di Torino. Fondatore del Centro Frantz Fanon, volto alla ricerca sulla migrazione e alla cura di immigrati, rifugiati e vittime di tortura. Si è occupato dei linguaggi della sofferenza psichica, dei saperi locali della cura e ha esplorato gli effetti psichici e sociali della guerra e delle atrocità di massa in Africa e nei Balcani. Tra le sue monografie più recenti: Etnopsichiatria. Sofferenza mentale e alterità fra storia, dominio e cultura (Carocci 2019); Archeologie del trauma. Un'antropologia del sottosuolo (Laterza 2019).
SIMONA TALIANI Insegna all’Università di Napoli L'Orientale. Coordina il Laboratorio di Antropologia critica delle migrazioni all'Università di Torino. Svolge ricerche etnografiche in Africa sub-sahariana sulla salute mentale e la trasformazione dei sistemi di cura. In Italia è impegnata nell’attività clinica e di ricerca presso il Centro Frantz Fanon. Ha pubblicato: Altri corpi. Antropologia ed etnopsicologia della migrazione (con F. Vacchiano, Unicopli 2006); Il bambino e il suo doppio (Franco Angeli 2019); Il tempo della disobbedienza. Per un’antropologia della parentela nella migrazione (ombre corte 2019).
BEATRICE BONATO È presidente della Sezione FVG della Società Filosofica Italiana, fa parte del comitato scientifico di vicino/lontano e della redazione di “aut aut”. Ha curato il fascicolo monografico di “aut aut” La scuola impossibile (2013) e diversi Quaderni di “Edizione”, e ha pubblicato per Mimesis il saggio Sospendere la competizione. Un esercizio etico (2015).
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ROBERTO BENEDUCE Insegna Antropologia culturale all’Università di Torino. Fondatore del Centro Frantz Fanon, volto alla ricerca sulla migrazione e alla cura di immigrati, rifugiati e vittime di tortura. Si è occupato dei linguaggi della sofferenza psichica, dei saperi locali della cura e ha esplorato gli effetti psichici e sociali della guerra e delle atrocità di massa in Africa e nei Balcani. Tra le sue monografie più recenti: Etnopsichiatria. Sofferenza mentale e alterità fra storia, dominio e cultura (Carocci 2019); Archeologie del trauma. Un'antropologia del sottosuolo (Laterza 2019).
SIMONA TALIANI Insegna all’Università di Napoli L'Orientale. Coordina il Laboratorio di Antropologia critica delle migrazioni all'Università di Torino. Svolge ricerche etnografiche in Africa sub-sahariana sulla salute mentale e la trasformazione dei sistemi di cura. In Italia è impegnata nell’attività clinica e di ricerca presso il Centro Frantz Fanon. Ha pubblicato: Altri corpi. Antropologia ed etnopsicologia della migrazione (con F. Vacchiano, Unicopli 2006); Il bambino e il suo doppio (Franco Angeli 2019); Il tempo della disobbedienza. Per un’antropologia della parentela nella migrazione (ombre corte 2019).
BEATRICE BONATO È presidente della Sezione FVG della Società Filosofica Italiana, fa parte del comitato scientifico di vicino/lontano e della redazione di “aut aut”. Ha curato il fascicolo monografico di “aut aut” La scuola impossibile (2013) e diversi Quaderni di “Edizione”, e ha pubblicato per Mimesis il saggio Sospendere la competizione. Un esercizio etico (2015).
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Oratorio del Cristo
L’“avventura ambigua” della migrazione. Lo sguardo dell’etnopsichiatria
- modera
- Beatrice Bonato