Borderless

  • 08 maggio 2025
  • 17.00
  • Chiesa San Francesco

PROIEZIONE
ciclo a cura di GIOIA MELONI

La storia dei confini appartiene al DNA della nostra regione e passa attraverso dominazioni e guerre, saghe famigliari di sofferenza ed esodi, accoglienza e respingimenti, sangue e amicizia. Fino a qualche decennio fa, da qui si emigrava in cerca di fortuna. Con i nostri confini aperti, oggi siamo capolinea di una rotta di disperazione che ha come traguardo l’Occidente. In occasione di GO 2025, una piccola rassegna di video di autori della regione riflette su tutto questo. Chi ci racconta i giochi di potere alle frontiere dell’Italia nel dopoguerra, chi le vite dei migranti, chi ci rivela con un sorriso i nostri pregiudizi e chi ci parla di collaborazioni scientifiche. E chi di natura, per ricordarci la straordinaria ricchezza di biodiversità di un territorio affacciato su tre paesi…

U.Z.C Ufficio Zone di Confine
di Massimo Garlatti-Costa
2017, durata 35’00”

Il documentario racconta il difficile momento storico dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Italia si trovò a dover gestire il destino di due regioni di frontiera, abitate da consistenti minoranze nazionali e contese da due Stati confinanti: l’Alto Adige/Südtirol, che voleva ricongiungersi con l’Austria; e la Venezia Giulia, rivendicata dalla Jugoslavia comunista di Tito. Per fare fronte alla spinosa situazione, venne istituito l’Ufficio Zone di Confine, un ufficio il cui scopo era mantenere l’italianità in questi territori, soprattutto attraverso delle attività “riservate”. U.Z.C.  è una storia segreta, venuta alla luce dopo oltre cinquant’anni, che mostra i giochi di potere ai confini dell’Italia e la costruzione della democrazia dopo la guerra. 

Massimo Garlatti-Costa Regista, produttore e sceneggiatore. Nel Regno Unito ha collaborato per un decennio con la BBC, Channel 4 e numerose case di produzione indipendenti, lavorando in fiction, documentari e pubblicità. In Italia ha fondato Raja Films, sviluppando progetti innovativi per la RAI e altre emittenti. Dal 2016 collabora con Belka Media alla realizzazione di documentari e progetti crossmediali. Tra le sue opere: Toros, Ho visto un Re, Predis, Isonzofront, Missus, Quando la terra chiama, Nuovi Italiani, Fronte del Rock. Lingua Mater (2025) è il suo ultimo lavoro.

GO VID. Quando riappare il confine – Ko vidiš spet mejo
di Carlo Ghio
produttrice Sara Terpin 
2020, durata 27’00”

Gorizia e Nova Gorica: due città su un confine cancellato più di 10 anni fa, ma riapparso improvvisamente nella primavera del 2020. In piazza Transalpina/Trg Evrope ricompare una grata. Non si può più passare da una parte all’altra. La rete che è tornata a dividere l’Italia dalla Slovenia ha inciso fortemente sulla vita quotidiana, spezzando legami, riaprendo vecchie ferite e interrompendo molteplici attività transfrontaliere. Come hanno reagito le persone, quali emozioni e quali storie si sono intrecciate in quei mesi lungo il confine ripristinato?

Carlo Ghio Fotografo e videomaker, è fondatore assieme a Sara Terpin, traduttrice e pubblicista, del blog Slovely.eu, da 13 anni punto di riferimento per il pubblico italiano su turismo, cultura e tradizioni della Slovenia. Nell’ambito di Slovely.eu la coppia ha realizzato una serie di brevi videoreportage, con particolare attenzione agli aspetti etnografici delle usanze slovene legate alle festività tradizionali. 

Fermata Padriciano
di Elisa Cozzarini
da un’idea di Pietro Spirito
2021, durata 16’ 

Il documentario riporta alla luce la storia poco nota del Campo profughi stranieri di Padriciano che, negli anni della guerra fredda tra il 1965 e il 1979, accolse a Trieste coloro che fuggivano dai regimi comunisti e cercavano la libertà in Occidente. Giungevano per lo più dall’Europa orientale e, negli ultimi anni, dal Vietnam. Il Campo profughi di Padriciano era il primo luogo di accoglienza per chi chiedeva asilo politico in Italia. Qui, gli immigrati venivano identificati, il personale sanitario verificava il loro stato di salute e una commissione valutava l’idoneità a ricevere l’asilo politico o altra forma di protezione. Il film raccoglie le testimonianze di tre medici, di un’infermiera e due funzionari che lavorarono nel Campo. Il racconto di Victor Foia completa il quadro con il punto di vista di un ex profugo, che abitò a Padriciano nell’autunno del 1969, prima di partire per una nuova vita negli Stati Uniti. 

Elisa Cozzarini Giornalista e autrice di documentari. Dal 2006 scrive di ambiente e di temi sociali, per Vita.it e La Nuova Ecologia. Si dedica al racconto dei luoghi, in particolare del Nordest, attraverso la scrittura, la fotografia e l’audiovisivo. Tra i suoi libri, Il deserto negli occhi (con Ibrahim Kane Annour, Nuova dimensione 2013). Come fotografa, ha partecipato alla mostra They won’t budge, sugli immigrati africani in Europa, alla New York University. Collabora con l’associazione culturale Cinemazero di Pordenone, per le iniziative di sostenibilità ambientale.

Place of Memory 
di Stefano Morandini, Alessandro Monsutti
2019, durata 6’40”

Eugenio e Adriana hanno acquistato per passione un bunker militare della Guerra fredda, Il bunker di Purgessimo, diventandone custodi e guide, e trasformando un luogo che per necessità strategiche doveva rimanere celato, in un nodo di una vasta rete turistica, denominata EuropeangreenbeltUna sorta di cintura che attraversa per 12.500 chilometri, otto regioni biogeografiche in ventiquattro paesi europei ed extraeuropei e che ha lo scopo di consentire la riconversione verde di un territorio ad alto valore bioambientale, segnato dalla presenza di infrastrutture militari.

Stefano Morandini Antropologo visuale, specializzato nelle aree linguistiche di contatto della regione Fvg, è autore di saggi e documentari di ricerca (www.docufriul.com).

Alessandro Monsutti Antropologo, professore al Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra. Dagli anni Novanta conduce ricerche su rifugiati e frontiere. È autore di numerosi libri e articoli accademici.

Ospiti