vicino/lontano 2013
Una settantina di appuntamenti, più di 150 ospiti, 9 parole chiave per parlare di ITALIA, EUROPA, CRISI, FINANZA, RETE, DEMOCRAZIA, SAPERE, FORMAZIONE, AMBIENTE.
L’Italia sta vivendo la sua crisi più profonda dal dopoguerra: economica, politica, morale, istituzionale.
Il Paese è confuso e smarrito e la sua classe dirigente si rivela incapace di assumere il proprio ruolo e di costruire le necessarie alternative per uscire dalla paralisi. Anche la psicoanalisi definisce “vuoto”, oggi, lo spazio assegnato alla funzione-guida del “padre”, metafora di un principio gerarchico normativo fondato su una legittima autorità. Come invertire il percorso di questa discesa agli inferi, e consegnare ai “figli” un’eredità di credibili orizzonti?
Stretta nella morsa della competizione globale da un lato, e delle politiche di austerità dall’altro, l’economia italiana non è più in grado di garantire lavoro, mentre la crisi fiscale dello Stato ha già cominciato ad abbassare gli standard di welfare, e di relativa equità, che avevamo legittimamente conquistato. È percorribile un modello di sviluppo “etico”, che restituisca dignità e futuro a milioni di persone?
Anche l’idea d’Europa è in crisi: la disciplina di bilancio e le misure di austerity imposte indiscriminatamente stanno distruggendo l’economia di vaste aree già colpite dalla recessione. Tra gli Stati si sta creando un sistema di diffidenza reciproca, alimentato da forze politiche antieuropee. Il rischio più grave ora non è che salti l’euro, ma che l’unità europea venga messa in discussione anche sul piano “ideologico” e culturale. Proprio quando sarebbe indispensabile affrontare con un’azione internazionale concertata le sfide globali che abbiamo di fronte – una finanza mondiale fuori controllo, il conflitto fra monete, l’alterazione degli equilibri geo-biologici, le guerre, la convivenza tra religioni, il diffuso e crescente disagio sociale –, gli equilibri e i rapporti di forza nel mondo rischiano di confinare il nostro continente in una posizione di drammatica marginalità e di irrilevanza geopolitica.
Come possiamo comprendere i misteriosi meccanismi finanziari che hanno trascinato l’Occidente nel baratro? Come funziona il mondo delle banche e dell’economia finanziaria, le cui degenerazioni hanno prodotto gravi scompensi sociali? Quale rapporto c’è tra l’ipertrofia della finanza e il lavoro, i redditi, le disuguaglianze? Finanza ed etica sono incompatibili? Oppure nelsistema generaledelle banche e della finanza possono esistere forme di profitto etiche, che siano compatibili con gli interessi legittimi dei cittadini risparmiatori e delle imprese?
Una rabbia diffusa, una febbre di rivolta sta percorrendo il nostro mondo. Emergono nuove forme di passione e di partecipazione: sorgono movimenti che denunciano i limiti della democrazia rappresentativa e la vogliono sostituire con forme di democrazia diretta. Così, in una sorta di iper-democrazia online, reti autonome di cittadini “tribalizzati” sfidano gli attuali assetti del potere. Si pone allora, con urgenza, la questione del rapporto tra rete e democrazia. Può la tecnologia rinnovare le forme dell’architettura istituzionale e delle modalità essenziali del fare politica? Quali potrebbero essere le opportunità, ma anche i rischi, derivanti da questo scenario? Quali le regole, quali le garanzie per i cittadini sotto stretta sorveglianza digitale?