vicino/lontano 2005
L’idea
I flussi migratori, l’espansionismo economico cinese, il paventato “conflitto di civiltà” sono solo alcuni dei grandi temi delle agende politiche internazionali. Ma anche altrettante sollecitazioni rivolte al cittadino qualunque, spesso globalizzato suo malgrado, a rimettere in discussione i propri paradigmi culturali e le proprie certezze di benessere; a interrogarsi sul senso più profondo della propria identità (arricchita o minacciata?), a confrontarsi con diversità troppo a lungo declinate secondo rappresentazioni parziali o interessate, se non parodistiche, come l’Oriente ridotto a “new-age” degli anni Ottanta e Novanta. Le risposte fornite dagli studi e dai dibattiti sul multiculturalismo non sempre riescono a varcare i confini dell’accademia o di un dover-essere politicamente corretto. E in ogni caso sono più spesso orientate ad accogliere/ comprendere la differenza piuttosto che a scandagliare l’identità, se necessario, il senso del proprio “essere occidentali”.
È sul filo di questi argomenti, oggetto ormai di un dibattito quasi “di massa”, ma forse troppo parcellizzato (l’imprenditore “vede” la sua Cina, il no-global la sua India, ognuno il suo occidente), che l’associazione vicino/lontano propone un appuntamento culturale che, attraversando diversi ambiti disciplinari, dia vita in Friuli a un palcoscenico delle differenze, del confronto e del conflitto; a un’arena di discussione sul senso di un’identità non più così certa, come dimostra la polarizzazione delle opinioni pubbliche occidentali. Una polarizzazione che è eminentemente culturale, dietro il conflitto politico: che spacca le pubbliche opinioni in blocchi, i cui poli estremi si possono a spanne individuare nella ideologia dell’arroccamento e del dominio da un lato e in quella dell’autocritica oltranzista dall’altro. Con il risultato che il dialogo risulta quasi impossibile tra i “fondamentalisti occidentali” del pensiero neocon americano e chi fa proprie le tesi sulla “violenza epistemica” che l’Occidente post-coloniale esercita sempre e comunque sui sistemi di segni, valori, rappresentazioni del mondo delle società non occidentali. Un confronto dai toni spesso radicali che anche in Italia ha visto contrapporsi i “tifosi” della Fallaci da un lato e quelli di Terzani dall’altro.