Dal 25 al 27 settembre: ecco le nuove date per Festival e Premio
È domenica 27 settembre la nuova data per la serata di consegna del Premio Terzani 2020, in programma lo scorso maggio e posticipato, con il festival, a causa della pandemia. Il Premio sarà quest’anno l’evento conclusivo del festival, che da venerdì 25 a domenica 27 settembre, nella sua XVI edizione, tornerà ad accogliere fisicamente il pubblico – naturalmente nel rispetto delle limitazioni di legge per il contenimento del virus – nella chiesa di San Francesco, quest’anno eccezionalmente sede anche della serata del Premio.
Il grande successo di “Vicino/lontano On. Dialoghi al tempo del virus”, ci ha convinti ad affiancare all’edizione “in presenza” del festival la possibilità di seguire alcuni eventi anche in diretta streaming. Attraverso il sito e i canali social la rassegna online di maggio ha raggiunto un pubblico di circa 300mila persone: oltre 40mila le visualizzazioni degli eventi.
Le incertezze sono certamente ancora tante ma vogliamo tener fede alla promessa che avevamo fatto di rivederci, anche da vicino, in autunno. Sarà per forza di cose un festival diverso dal solito, con un programma meno esteso, ma non vogliamo rinunciare a fare di Udine – ancora una volta, e tanto più dopo un’esperienza globale così drammatica – un luogo di incontro di persone desiderose di riflettere sulle grandi questioni del nostro tempo.
Resterà “Passione” il tema del festival, che metterà in calendario gli appuntamenti salienti già ideati per l’edizione di maggio, ovviamente ripensati alla luce delle incognite e dei nuovi scenari aperti dalla pandemia. Il comitato scientifico dell’associazione, presieduto dal professor Nicola Gasbarro, è al lavoro, così come la giuria del Premio che a breve annuncerà il vincitore dell’edizione 2020.
I cinque finalisti sono Behrouz Boochani per Nessun amico se non le montagne. Prigioniero nell’isola di Manus(add editore), Erika Fatland per La frontiera. Viaggio intorno alla Russia (Marsilio), Amin Maalouf per Il naufragio delle civiltà(La nave di Teseo), Francesca Mannocchi per Io Khaled vendo uomini e sono innocente(Einaudi) e Ece Temelkuran per Come sfasciare un paese in sette mosse. La via che porta dal populismo alla dittatura (Bollati Boringhieri)