L’appello degli apicoltori di montagna
Vicino/lontano mont ha scelto di aprire la sua terza edizione – mercoledì 19 luglio, alle 11, nel Salone del Popolo di Palazzo d’Aronco a Udine – con un incontro costruito insieme agli apicoltori del presidio Slow Food dei mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia per sollecitare l’attenzione di tutti su un problema decisivo, strettamente connesso con la crisi climatica e ambientale: la sopravvivenza delle api.
Sono intervenuti il fisico del clima responsabile del Dipartimento di Fisica della Terra del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste Filippo Giorgi, il funzionario regionale del Servizio biodiversità della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche Pierpaolo Zanchetta, l’apicoltrice di montagna Orietta Gressani, il referente nazionale Presidi Slow Food apicoltura e mieli Mauro Pizzato – presente con un videomessaggio – e la docente di scienze naturali e referente del presidio Slow Food mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia Maria Luisa Zoratti, che ha coordinato l’incontro.
Il cambiamento climatico in atto – hanno denunciato gli apicoltori – ha stravolto il ritmo delle fioriture, che non è più in sintonia con il ciclo biologico delle api. Gli insetti impollinatori selvatici sono quasi scomparsi in molti ambienti antropizzati, e ora anche gli alveari sono a rischio. Gli apicoltori, in questi ultimi anni hanno salvato i loro alveari con la nutrizione di soccorso, ma la produzione del miele registra un calo drammatico. E se vengono a mancare le api non avviene l’impollinazione dei fiori di moltissime piante, sia spontanee sia coltivate. Questo si traduce in una drastica riduzione di cibo sulle nostre tavole, ma anche in una altrettanto drastica riduzione della biodiversità.
“Dall’inizio degli anni 2000 – hanno affermato gli apicoltori di alta montagna del Friuli Venezia Giulia – c’è stato un calo sensibile e progressivo delle produzioni di miele. In base alle nostre osservazioni, la riduzione è del 70%. Negli ultimi cinque anni c’è stato un crollo verticale e tutto lascia supporre che questa tendenza proseguirà anche in futuro, assieme al cambiamento climatico in atto”.
Di qui l’appello, perché lottare per la difesa delle api significa lottare per la difesa dell’ambiente e del nostro futuro come esseri umani.
E anche se il Friuli Venezia Giulia – lo ha ricordato Pierpaolo Zanchetta – è la regione italiana con la maggior estensione di prati stabili e l’unica ad avere una legge che li tutela, il cambiamento climatico è in atto. La scienza lo denuncia da anni. Filippo Giorgi, chiudendo i lavori, ha sottolineato la necessità di una vera e propria rivoluzione. “La transizione ecologica – ha affermato – non deve essere vista come un sacrificio. Di fatto, migliorerebbe di gran lunga le nostre vite”.
Questo l’appello diffuso dagli apicoltori del presidio Slow Food dei Mieli di Alta Montagna alpina Friuli Venezia Giulia.