La giornata conclusiva del festival
Lo scrittore e drammaturgo Stefano Massini, trionfatore ai Tony Awards 2022, ha chiuso la 19^ edizione del festival. Massini ha raccontato al pubblico il suo ultimo, attualissimo lavoro, “Manhattan Project” (Einaudi), ballata “fluviale” che ripercorre il progetto americano di costruzione della bomba atomica a opera degli scienziati ebrei espatriati dall’Europa nazista, un potente monito contro tutte le guerre e un invito a coltivare la memoria degli orrori del passato.
Sempre in tema, in anteprima assoluta, è stato presentato a vicino/lontano 2023, in collaborazione con il Centro Balducci, il libro postumo di un sacerdote di frontiera che molto si è speso per la pace, Pierluigi Di Piazza: “Non uccidere. Per una cultura della pace” (Laterza). Erano presenti la giornalista Gabriella Caramore e Vito Di Piazza, fratello di Pierluigi, coordinati dal direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini. Tra i grandi protagonisti che sono intervenuti nella giornata conclusiva anche il filosofo e psicanalista argentino Miguel Benasayag, che ha parlato del valore della parola “resistenza” in un video commentato dal vivo, nella Chiesa di San Francesco, dalla presidente della Società filosofica italiana-Sezione Fvg, Beatrice Bonato. “Resistere, malgrado tutto” titola l’analisi che Benasayag ha condotto intorno ai rapporti tra vita e potere, per evidenziare il modo in cui i viventi, seppure catturati nelle maglie di una governance parvasiva, possano in parte sottrarvisi. Molto partecipato è stato anche l’incontro con il noto musicista Massimo Zamboni, ex CCCP, che nel sorprendente “Bestiario selvatico” pubblicato da La nave di Teseo indaga il ruolo degli animali in rapporto all’uomo e alla sua indifferenza per l’ambiente. Ha conversato con il curatore di vicino/lontano mont Claudio Pellizzari.
Quali sono le conseguenze di una relazione troppo stretta fra scienza e potere, se quest’ultimo la mette al servizio di ideologie antidemocratiche e di finalità distruttive? A vicino/lontano ne hanno parlato i genetisti Guido Barbujani e Michele Morgante, con il docente di Storia della medicina Gilberto Corbellini e il filosofo della scienza Giovanni.
L’attualità è rimasta in primo piano con altri due libri: presentando il suo primo romanzo “Il soldato Konstantin” (Gaspari), il giornalista Andrea Romoli, a lungo inviato in Ucraina, da Udine ha promosso il download gratuito del suo libro per i dissidenti russi, su piattaforme con accesso criptato. Un modo per sensibilizzare intorno all’assurdità di una guerra fratricida. Il progetto è stato raccontato alle 16, nella Loggia del Lionello: l’autore ha dialogato con Karina Bikbulatova. Konstantin era un giovane soldato russo, della cui identità e destino nulla sappiamo, ma che ha raccolto nel suo diario di guerra, custodito nella teca di un museo di Kiev, la rabbia di una generazione di giovani russi.
In collaborazione con Bottega Errante per il progetto “Voci a Est”, era presente al festival anche il giornalista moldavo Iulian Ciocan, autore di “Prima che Breznev morisse” (Bottega Errante editore): primo tassello di una trilogia distopica che racconta nei libri l’incubo dell’invasione russa in Moldavia, all’ordine del giorno dopo l’invasione dell’Ucraina. Alle 10, nella Loggia del Lionello Ciocan ha ha conversato con lo storico Andrea Zannini evocando le atmosfere del crepuscolo del decrepito regime di Brežnev, e una storia ambientata negli anni della Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia. E, poco dopo, Andrea Zannini ha tenuto una lectio in tema dell’uso distorto della storia da parte del potere concentrandosi sul “caso foibe”.
Nella Loggia del Lionello, Angela Terzani Staude ha raccontato la sua lunga storia d’amore con Tiziano Terzani sfogliando insieme al pubblico il libro “L’età dell’entusiasmo” (Longanesi): con lei il biografo di Tiziano Terzani, Álen Loreti. Al Teatro San Giorgio è stato presentato “L’uomo è antiquato?”, ultimo fascicolo della rivista ‘aut aut’ dedicato al filosofo Günther Andres, nel dialogo fra Micaela Latini, Pier Aldo Rovatti, Alessandro Di Grazia e Beatrice Bonato. “La seduzione del linguaggio. Dall’arte oratoria ai meme” è stato il tema della conversazione tra l’insigne linguista Raffaele Simone, la semiologa Annamaria Lorusso e il giornalista Marco Pacini per riflettere sulla seduzione del linguaggio, sui nuovi linguaggi iperconnessi, stratificati e fluidi, dove istantaneità, viralità, falsità si rafforzano nella distrazione, nella pigrizia, nella manipolazione.