vicino/lontano 2009
Il periodo storico iniziato con l’implosione e il crollo del sistema sovietico sta ora chiudendosi con la crisi dei due modelli di capitalismo, quello liberal americano e quello autoritario cinese, che fino a ieri sembravano garantire e giustificare i nostri comportamenti individuali e collettivi dentro un quadro di generale ottimismo.
Come traghettare il mondo fuori dalla tempesta e sconfiggere l’insicurezza e la paura?
Immaginare il futuro, riacquistando una vista lunga per guardare oltre il presente, è un obbligo. Ma dobbiamo ri-progettarlo sulla base di nuove regole e nuovi equilibri tutti da inventare. Saremo capaci, insieme alle nuove generazioni, di saldare tra loro la testimonianza della memoria, le trasformazioni della coscienza collettiva e il tempo reale della modernità tecnologica e scientifica?
In un mondo i cui processi sono divenuti, nel bene e nel male, irreversibilmente “globali”, fino a che punto siamo disposti a riconoscere i bisogni, i diritti e l’orientamento etico degli “altri”, affrontando i conflitti e le emergenze con armi pacifiche?
Quali sono i nuovi equilibri geopolitici, gli scenari economico-finanziari, climatico-ambientali, energetici, agricolo-alimentari, ma anche sociali, che ci si prospettano e decideranno della nostra sicurezza e del nostro benessere? Quali le responsabilità dei governi e dei diversi poteri?
Queste sono le sfide e questi i nodi cruciali sui quali le nostre società e le nostre stesse coscienze sono chiamate oggi a interrogarsi.