Premio Terzani – Edizione 2006
La motivazione della giuria
Jonathan Randal, dopo cinquant’anni di viaggi attraverso le turbolenze del mondo, dice che l’informazione è frutto di fiducia, pazienza e fatica. Questo secolo e questo millennio invece hanno rivelato subito al loro inizio di disprezzare questa regola, mostrando una erosione, una soggezione progressiva dei fatti rispetto ai resoconti del potere. Due temi in particolare, il terrorismo e l’islam, sono serviti come pretesto per indebolire la libertà di stampa, per deformare la conoscenza. Randal è cittadino americano con residenza francese, avvicina le due sponde dell’oceano in un momento di incomprensione. Per otto anni ha lavorato con ostinazione, rigore e passione sugli intrecci oscuri e trasversali tra terrorismo, integralismo islamico, deviazioni dei servizi segreti, interessi della grande diplomazia occidentale. Da quel lavoro è nato “Osama”. L’autore ha indagato attorno alla figura del miliardario saudita – simbolo di un intreccio opaco di interessi – per spiegare come nasce un terrorista, ma soprattutto per spiegare come si crea un personaggio negativo, come lo si ingrandisce fino a trasformarlo in una figura mitica e inafferrabile, utile ai suoi seguaci e contemporaneamente ai suoi avversari. Dopo l’11 settembre Randal ha resistito, come pochissimi hanno saputo fare, al fiume della isteria mediatica, alla semplificazione degli slogan, alle pressioni editoriali. Ha rinviato la conclusione del suo lavoro proprio per proteggere autonomia di giudizio e rigore, distinguendo seguaci della violenza e seguaci dell’islam. Sono questi i grandi meriti del suo libro in un momento storico inquinato e avvilito dallo spirito delle nuove crociate.