Premio Terzani – Edizione 2011
La motivazione della giuria
Leslie T. Chang frequenta per anni alcune giovani operaie che lavorano nei giganti manifatturieri della Cina globalizzata: si cala nelle loro piccole vite, si mette in ascolto, ne registra con mano leggera e discreta sogni, speranze, ambizioni, delusioni e sconfitte; ne percepisce la solitudine vissuta in quella “terra di nessuno”, dove al rischio di perdere la propria identità nell’anonimato della grande fabbrica-città si contrappone la spasmodica volontà di una affermazione tutta individuale, costi quel che costi, purché lontano dal villaggio d’origine. E’ a queste eroine, sedotte dal mercato e in corsa verso il futuro, protagoniste di una nuova tipicità post-socialista, che Chang dà voce, e la sua narrazione – alla maniera della più alta tradizione del giornalismo d’inchiesta – offre, dall’interno e dal basso, una testimonianza efficace e convincente del mutamento, ad altissima velocità, di un intero universo socio-culturale. L’autrice non giudica, non commenta.
Tuttavia, all’azzeramento radicale del passato in nome di miti e modelli culturali di importazione, implicitamente contrappone la ricostruzione per frammenti delle vicende migratorie ed “epiche” della sua stessa famiglia attraverso la Cina, prima e dopo la Rivoluzione, e poi verso la libertà americana. Restituisce così alla narrazione, a beneficio del lettore, un quadro storico di riferimento e recupera lo spessore della memoria, salvando dall’oblio – ancora una volta attraverso il racconto di vicende personali realmente vissute – l’immagine, anche simbolica, di un paese ormai lontano da se stesso.