Una giornata straordinariamente ricca di incontri, tutti intrecciati con la più viva attualità. A partire dal dialogo che ha visto protagonista Vera Politkovskaja, a vicino/lontano per raccontare sua madre, la giornalista russa Anna Politkovskaja assassinata a Mosca nell’androne di casa sua, il 7 ottobre 2006, e l’anno dopo insignita del Premio Terzani alla memoria. Vera aveva ventisei anni. Le ha dedicato un libro: Una madre. La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja (scritto per Rizzoli con Sara Giudice). Fuoriuscita dalla Russia all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, Vera Politkovskaja ha dialogato in collegamento da remoto con il giornalista Andrea Filippi, direttore de La Provincia Pavese e membro della Giuria del Premio Terzani. Il pubblico del festival, tutto in piedi, al termine dell’incontro le ha dedicato un applauso commovente, lunghissimo.
A discutere del potere reale dell’intelligenza artificiale, in un dibattito di altissimo livello, sono intervenuti al festival uno dei più influenti scienziati che nel mondo la studiano, Federico Cabitza, la filosofa Teresa Numerico e il giornalista e docente Fabio Chiusi, esperto di digitale. L’intelligenza artificiale si è ritagliata un ruolo enorme, e crescente, nelle vite e nei diritti di ognuno di noi: dal welfare alla sanità, dalla sicurezza all’istruzione. L’irruzione di chatbot con cui parlare come con un essere umano, come ChatGPT, e di sistemi con cui tradurre comandi testuali in immagini ha ulteriormente complicato lo scenario e scatena inquietanti interrogativi.
Al festival si è parlato di Iran e della rivoluzione delle donne con il regista iraniano-curdo Fariborz Kamkari, la docente e autrice italo-iraniana Farian Sabahi, il giornalista Alberto Negri, l’artista e attivista Gianluca Costantini, coordinati dalla giornalista Luciana Borsatti. Direttamente collegato a questo appuntamento, era il confronto “Teocrazie. La follia di credersi Dio”, che ha visto protagonisti Annarosa Buttarelli, Rocco D’Ambrosio e Nicola Gasbarro, presidente del Comitato scientifico del nostro festival. Se la religione diventa strumento dell’agire politico e l’etica pubblica coincide con la morale religiosa, quale spazio rimane alla tolleranza per la libertà del pensiero? Una riflessione sulla necessità di rendere autonomo il fondamento dell’autorità civile, e laico l’esercizio del potere.
“Protestare o disertare?” titolava il panel in cui si sono confrontati la giornalista Annalisa Camilli, l’ex sindacalista Valter Molinaro e l’eco-attivista di ‘Ultima Generazione’ Simone Ficicchia. Per cercare un modo di dare forza al “pensiero alternativo” ignorato o messo all’angolo da chi sta al potere.
A vicino/lontano anche la prima presentazione del nuovo libro “Macro Mafia. La multinazionale dei clan che sta conquistando il mondo”, appena uscito per Rizzoli, di Floriana Bulfon: un’inchiesta sul super cartello che domina la criminalità internazionale e che va dal Sudamerica all’Italia, dall’Olanda agli Emirati, dall’Irlanda all’ex Jugoslavia. È stato presentatosabato anche “Nato sul confine”(Rizzoli), il nuovo libro del giornalista e scrittore Fabrizio Gatti, Premio Terzani 2008, in dialogo con la giornalista Anna Dazzan, accompagnati dalle letture di Manuel Buttus e Roberta Colacino. Al centro del romanzo, a bordo di una imbarcazione di migranti siriani, la voce di un bambino non ancora nato, Mabruk, che tutto vede e ci fa vedere, ed è insieme la voce dei suoi coraggiosi compagni di viaggio, e di tutte le persone cui sia toccato in sorte di scappare dal proprio Paese in guerra. Alle migrazioni è stata dedicata la mostra fotografica “Popoli in Movimento” che Francesco Malavolta ha presentato al pubblico in un appassionato intervento in Torre Santa Maria. Ancora in tema di libri: lo scrittore montenegrino Stefan Boskovic, in dialogo con il giornalista Oscar D’Agostino, ha presentato “Il ministro” (Bottega Errante), dove immagina, in un ritratto psichedelico della società contemporanea, i nove turbolenti giorni del ministro della cultura del Montenegro, Valentino Kovačević, dopo l’uccisione accidentale di un’artista durante una performance. Chi sono i pacifisti in Italia oggi, e a chi interessa soffiare sul vento della guerra? Ne ha scritto il giornalista Matteo Pucciarelli nel suo “Guerra alla guerra”, uscito per Laterza, che al festival ha discusso del tema con il coordinatore di ‘Pace e disarmo’ Francesco Vignarca e la direttrice del quotidiano Il Piccolo Roberta Giani.
Al festival si è parlato anche di “cancel culture”, con lo scrittore Christian Raimo e l’accademica Sergia Adamo: riscrivere, rileggere e manipolare non come gesto di censura – forse – ma come un modo per mettere in una relazione diversa il presente e il passato e per poter guardare al futuro.