UDINE – Un grande schermo nel giardino del Visionario. Una grande tela bianca dove scorreranno le immagini di un cult senza tempo, L’uomo con la macchina da presa, girato nel 1929 da Dziga Vertov tra Mosca e il cuore dell’Ucraina (Kiev, Odessa, Kharkiv). Lo stesso cuore da cui arriva il musicista di strada Liubomyr Bogoslavets, letteralmente “adottato” dagli udinesi quando animava la città deserta nei giorni più duri della pandemia, che imprimerà ai fotogrammi il suono struggente della sua fisarmonica…
La musica e il cinema, così come il teatro e le arti performative, sono i linguaggi più universali di cui disponiamo. I più diretti. Quelli che azzerano ogni tipo di lontananza. Quelli che costruiscono ponti dove anche l’ingegneria fa un passo indietro. Ecco perché il CEC, il CSS, vicino/lontano,il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e Cas’Aupa, pensando all’Ucraina, hanno scelto di dare alla solidarietà la forma universale e simbolica di un abbraccio. Un piccolo abbraccio fatto di pensieri condivisi e, certo, di beneficenza, attraverso una raccolta di offerte.
Sabato 12 marzo, alle 19.00, il giardino del Visionario darà spazio a un incontro libero. Libero come il pensiero di Vertov e come la struttura dell’Uomo con la macchina da presa, opera ardita e moderna, in cui il regista-documentarista combatte dichiaratamente tutto ciò che è “messa in scena”. Tutto ciò che è finzione. Tutto ciò che addormenta le coscienze…
La serata sarà brevemente introdotta dal critico Giorgio Placereani e il ricavato delle offerte verrà devoluto a Medici Senza Frontiere e al Centro di accoglienza “Ernesto Balducci”, attualmente impegnato a offrire rifugio ai profughi provenienti dall’Ucraina.